Il mio angolo
Ho sempre pensato che la prova più grande per un fotografo fosse fotografare i luoghi in cui vive e lavora.
Così ho deciso di documentare “il mio angolo” come se fosse una sfida. Il risultato è stato un’idea di progetto privato, intimo, che va custodito gelosamente e custodito nel cassetto dei ricordi.
E un giorno … chi lo sa?
Mi sono immaginata come una vecchia, cercando di raccontare ai miei nipoti l’era della pandemia del 2020, attraverso le foto che ho scattato, le mie fotografie, i miei ricordi, le mie storie. Me ne sono reso conto scattando le mie foto, le mie fotografie, la mia piccola storia. Le fotografie scattate nel mio quartiere, nel mio angolo.
Mentre fotografavo mi sono reso conto che quelle immagini non dovevano essere solo i miei ricordi personali. Quelle fotografie dovevano appartenere a tutti, appartenevano a tutti. Ciò che ho visto e catturato faceva parte di sensazioni e sentimenti collettivi. Ho imparato a guardarmi negli occhi con maggiore intensità, a riconoscere i sorrisi dietro le maschere, ho scoperto le persone senza sapere come si chiamassero.
Occhi smarriti che si incontrano, in cerca di consapevolezza, conforto nello sguardo dell’altro.
Volevo immortalarli, per sempre.
Non avrei mai potuto immaginare di vivere in una situazione del genere.
Questo progetto è stato realizzato interamente utilizzando uno Smartphone e si compone di 400 fotografie. Ne ho selezionati 70 tra loro e
la scelta si riferisce ai primi mesi di lockdown.
Il progetto è ancora in corso.
Questo progetto è stato realizzato solo con lo smartphone